The F-World #280

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    Oh, say can you see,
    By the dawn's early light,
    What so proudly we hailed,
    At the twilight's last gleaming?

    Come nella migliore tradizione degli show patriottardi americani, la musica dell’Inno nazionale a stelle e strisce accompagna l’inizio di questa 280esima edizione di The F-World!

    Solo un piccolo problema… non siamo negli USA, bensì a Larissa, e certe note vogliono dire solamente una cosa: RONALD REEVES IS IN DA HOUSE.

    Una voce fuori campo dichiara stentorea:

    “Ladies and Gentlemen please welcome: the WTF General Manager Ronald Reeves!”

    E in un completo sportivo, The American Pride si presenta sullo stage, andandosi a posizionare su un palco già precedentemente collocato, circondato da un cono di luce.

    Il pubblico fischia, ma non sono fischi particolarmente convinti: si sono da tempo rassegnati al fatto che Reeves fosse General Manager, questa sera. E poi la card che propone, oggettivamente, non è affatto male.

    RR: “Wow… chi lo avrebbe mai detto?”

    Commento “teatralmente” a mezza bocca, che viene colto dal microfono. Vecchio espediente retorico.

    RR: “Amici del Sanctuary, buonasera! Qui è il vostro General Manager che vi parla…”

    Commenti sprezzanti si levano dagli spalti.

    RR: “Mai avrei pensato di vestire questi panni… però potrei farci l’abitudine. Devo ammettere che lavorare alla stesura della card di questa serata è stata una delle cose più appaganti di tutta la mia vita professionale. E ve ne accorgerete!”
    Sembra davvero carico!
    Assume una posa teatrale e declama con voce stentorea.

    RR: “Il leitmotiv portante della serata sarà uno e uno soltanto: da una parte gli eroi, coloro che lottano per la giustizia e per il merito: gli Originals!”

    Salva di fischi per questa uscita evidentemente provocatoria.

    RR: “Dall’altra parte chi crede soltanto al denaro e alla fama, e cerca di conquistarle nella maniera più indolore possibile. Uomini e donne che hanno trovato nella WTF e nella compiacenza di Kevin Underwood la loro El Dorado. Gli Invaders!”

    Wow… ha coniato un’espressione tutt’altro che lusinghiera per definire i suoi oppositori. Un po’ di sana retorica del “noi vs loro”.

    RR: “Eppure la card si aprirà con un match che è già di per sé un’eccezione. Artemis vs Sarah Jean Underwood. Voglio dimostrare che coloro che vengono da altre Federazioni, se si mettono ordinatamente in fila e non pretendono nulla per diritto divino, sono ai miei occhi meritevoli tanto quanto gli Originals. E Ronald Reeves è disposto a dar loro un’occasione…”

    Il Texano sorride, quasi a mostrare la sua benevolenza. Il pubblico, però, non sembra aver abboccato granché.

    RR: “Il secondo match della serata darà l’occasione ai Saviors di dimostrare il proprio valore, e di prendere finalmente una posizione in questa guerra! Come ho già avuto modo di dire in più occasioni: si tratta di un conflitto di civiltà, e la neutralità non è una posizione ammissibile!”

    Giudizi tagliati con l’accetta, come suo solito.

    RR: “Ritroverò, poi, il mio vecchio amico Domenico Carafa nel terzo match della serata. A differenza di mitomani del calibro di DarKhaos, io non mi sono messo nel Main Event di diritto: piccole differenze, che alla lunga però risulteranno decisive. Quella che un tempo avete conosciuto come Holy Alliance affronterà Xenos Sommer… e Karl Barbarossa”

    Sorride, soddisfatto.

    RR: “Mi dispiacerà vedere la Militia Romana Sacra sfaldarsi, certo, ma così facendo dimostrerò che i legami tra Originals, tra ragazzi che hanno iniziato a far wrestling in un buco di palestra in Tessaglia, sono assai più saldi e profondi di qualsiasi rapporto di lavoro, e che al momento opportuno Carafa saprà riconoscere più importante il sodalizio che stringemmo come Santa Alleanza, rispetto alla sua collaborazione lavorativa con Karl Barbarossa”

    Quanta squallida retorica. Dagli spalti si levano dei poderosi “booos” che non sembrano, però, intimorire Reeves.

    RR: “Axel Cougar e John Pranzo vs Max Cougar e Garet Jax, poi, metterà a nudo anche davanti agli occhi di persone poco intelligenti quali voi un altro aspetto della nostra lotta. E cioè che gli Invaders non sono altro che una conventicola di lottatori appartenenti ad un’altra generazione, che intendono far valere i propri diritti acquisiti ere geologiche fa in ogni angolo del mondo”

    Annuisce convinto delle proprie parole.

    RR: “A due Originals della nuova generazione, che si sono fatti il culo per anni e anni nelle palestre del Sanctuary, opponiamo due ferrivecchi d’altro tempo. E giudicherete voi, poi, chi sarà il migliore”

    Chiusura retorica: per Reeves questo è già evidente.

    Il Texano cade poi nel silenzio, per secondi che paiono un’eternità.
    Quando riprende a parlare, poi, il suo tono è più basso ed emotivamente carico.

    RR: “Veniamo poi ad un match che è una ferita aperta nel mio cuore”.

    Sospira.

    RR: “Da quattro anni a questa parte mi sono addormentato ogni notte sognando una sola cosa: di completare il Grand Slam, vincendo il Total Title. Un obiettivo al quale mi sono avvicinato molte volte in questi anni”.

    L’ultima volta, ironia della sorte, fu proprio Drake Patton ad impedirgli di vincerlo. Ma l’ascia di guerra, almeno apparentemente, è stata sepolta dopo Futurama V.

    RR: “Ho deciso di donare il Grand Slam, la vittoria dei titoli di coppia, a due atleti che rispetto enormemente, proprio la settimana prima di completare il mio. Con la consapevolezza che quando Drago capitolerà davanti a me, ciò non significherà più niente”

    L’arena è immersa nel silenzio.
    O Reeves è un ottimo attore, o crede davvero in quanto sta dicendo.

    RR: “L’ho fatto per dimostrare al mondo intero, e forse anche a me stesso, che la battaglia degli Originals è più importante di qualsiasi altra cosa. Più importante dei nostri successi individuali. Più importante del vedere il proprio nome inciso a caratteri cubitali nella storia”

    Tace per qualche secondo.
    Possiamo notare come non abbia mai messo in dubbio la vittoria di Patton e Hardaway, quasi che la Bloody Alliance altro non fosse che una coppia di jobber messa lì, alla mercé di due vecchie volpi del ring.

    RR: “Ladies and Gentlemen”

    Alza la voce, scrollandosi di dosso la mestizia.

    RR: “A voi The F-World # 280…”

    Fa per allontanarsi.

    RR: “La più grande edizione di sempre”

    CAMERA FADES

    Divisorio

    thefworld

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    Siamo in un salotto come tanti altri. Con qualche tappeto con motivi arabeggianti, un paio di divani, un tavolino e qualche quadro di famiglia alle pareti bianche: su uno di questi, un uomo distinto coi folti baffi grigi e accanto a una donna che non dimostra la sua età, e porta i lunghi capelli biondi fino alle spalle. Entrambi ben vestiti, entrambi accanto alla giovane festeggiata che ha una torta di 18 anni a forma di Libro delle Fiabe. La festeggiata è ovviamente la proprietaria di casa.

    E' la prima volta da sempre che siamo a casa di Roxanne. Non sul set. Non nel Castello.

    Patrasso: "Tu sei sicura sia una buona idea?"

    Roxanne: "Sì, Percival"

    Non lo chiama neanche col nickname che gli ha appioppato. I due sono molto seri.

    Roxanne: "So cosa sto facendo. Il mio secondo nome è Pronta"

    Patrasso: "Non è neanche un Nome, quello"

    Roxanne: "Beh nemmeno Patrasso lo è. Ma questo non ci ha impedito di chiamarti così per anni.
    Ora però va'! Esci. Vai a fare un giro: lontano. E non tornare prima di tre giorni. Qualsiasi cosa accada. Qualsiasi cosa ti scriva.
    Per quanti squilli io ti faccia non voglio che tu torni. Né tu, né Aiden, né Christie, né Danton!"

    Lo guarda intensamente negli occhi.

    Roxanne: "Devo sapere. Devo capire"

    Patrasso: "E se..."

    Roxanne: "E se... E se.... Niente e se! Abbiamo già concordato la nostra parola d'ordine. L'unico motivo per cui potete tornare a casa e se vi dicessi la parola d'ordine... coff coff... 'Ragazzi, è successo un imprevisto, temo che non sia entrata lei ma qualcun altro: vi prego, datevi una mossa, mandate qualcuno, chiamate la polizia: AIUTO' "

    Patrasso: "Un po' lunga come parola d'ordi..."

    Roxanne: "VA'!"

    [...]

    Ci troviamo nella Camera da letto più in fondo, del corridoio più medio, della casuccia più al civico 28, del borgo più a sud, della Nazione con maggior concentrazioni di Francesi di Molto Molto Vicino.
    E la Regina... del balletto del secondo Liceo... è sola da 7 ore. Nulla è successo ma tiene i nervi saldi. Per non badare al tempo si sta dando a qualche attività ricreativa per tenere la mente impegnata.
    Guardare Hilda, un cartone animato su Netflix.

    [...]

    Sono passate le ore, altre ore a che si sono sommate alle precedenti, Roxanne alla fine ha ceduto al sonno ... lo schermo d'innanzi a lei procede con la sua parata, mostrando senza mai fermarsi; episodi su episodi di vita spensierata della serie simil-fantasy.
    Tutto tace, è notte inoltrata. E' la pace.